Giovanni Pallotti è un musicista versatile, attivo come bassista, compositore e produttore. Appena rientrato da Sanremo, ha celebrato la sua terza vittoria consecutiva con un progetto a cui ha lavorato, confermando ancora una volta il suo talento e la sua capacità di adattarsi a diverse sfide musicali. In questa edizione, ha contribuito con l’orchestrazione di Balorda Nostalgia di Olly e la produzione di Fango in Paradiso di Francesca Michielin. Dal 2010 è socio di Doc Servizi e, nel corso della sua carriera, ha collaborato con importanti artiste e artisti della scena musicale italiana e internazionale. Ha ricoperto il ruolo di direttore musicale e produttore per Marco Mengoni, Angelina Mango, Giovanni Truppi, Maneskin e Margherita Vicario. Come bassista, ha condiviso il palco con artiste e artisti del calibro di Carl Orr, Ginevra, Jeff Beck, PMCE e molti altri.

Sei appena rientrato da Sanremo 2025! Come è stata questa esperienza e come avete affrontato la preparazione?

Non è la mia prima volta a Sanremo, quindi nel tempo ho sviluppato un metodo di lavoro preciso. Ci sono molte scadenze da rispettare, dalla consegna del brano alle parti orchestrali, fino alla cover, e ogni dettaglio richiede grande attenzione. Tutto è andato per il meglio, sia con il progetto di Olly che con quello di Francesca Michielin, per cui ho lavorato come produttore. Ci siamo organizzati con puntualità, rispettando ogni tempistica e consegnando tutto nei tempi previsti, così da affrontare il lavoro con serenità. Sanremo è sempre un’esperienza straordinaria. Con il tempo ho imparato a gestire ogni fase al meglio, assicurandomi che tutto funzioni alla perfezione. Olly, in particolare, ha avuto una crescita incredibile negli ultimi anni, costruendo una solida fanbase attraverso tantissimi live. Durante questa settimana di Sanremo si è visto tutto il lavoro fatto nel tempo.

Sei compositore, musicista, direttore d’orchestra e hai contribuito alla vittoria di ben tre edizioni di Sanremo…

Ci tengo a precisare: non è che “ho vinto Sanremo”. Ho lavorato a tre progetti che hanno vinto, ed è diverso. È sempre un lavoro di squadra, il mio ruolo è stato quello di contribuire nel modo migliore possibile. Ho lavorato ai brani, sia come produttore che come arrangiatore. Per Due vite di Marco Mengoni e La noia di Angelina Mango mi sono occupato della produzione, mentre per Balorda Nostalgia di Olly  ho curato molto la resa orchestrale e l’adattamento per il palco di Sanremo. Il festival ha esigenze precise e bisogna trovare la formula giusta perché il brano funzioni al meglio.

Come si è evoluta la tua professione negli ultimi tre anni?

Io mi considero sempre un bassista, è la mia dimensione naturale. Ma negli anni ho sviluppato una grande curiosità che mi ha portato a esplorare altri aspetti del mestiere. Spesso capita di dire “Sì, lo faccio!” anche quando non si è sicuri al 100%, ed è così che si impara. Ogni nuova esperienza aggiunge una competenza in più e porta nuove opportunità. Il bello di questo lavoro è che è dinamico, bisogna accettarlo e lasciarsi trasportare. In questi anni ci sono stati tanti nuovi progetti, come il lavoro con Marco Mengoni, Angelina Mango, Sanremo, l’Eurovision, un live con Robbie Williams.

Cosa significa essere in Doc Servizi?

Ho conosciuto Doc Servizi in un momento in cui per me, a livello professionale, stava cambiando tutto. Marco Mengoni aveva appena partecipato a X Factor e avrei cominciato ad affiancarlo come bassista nel suo primo tour. All’epoca non sapevo come avrei potuto gestire la parte amministrativa e burocratica di questa professione. Alcuni membri del management mi consigliarono di rivolgermi a Doc Servizi. In una settimana avremmo dovuto organizzarci per il contesto lavorativo che stava per cominciare. E così è stato. Oggi mi sento un operaio della filiera musicale. Nella cooperativa, essendoci un’ampia rete di professioniste e professionisti, vedo la possibilità di vivere l’associazionismo lavorativo poiché, spesso, il rischio di lavorare nella musica è quello di trovarsi di fronte ad un ambiente estremamente competitivo. In Doc questa dimensione non esiste perché vince lo spirito collaborativo, la condivisione, la collettività.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Non lo so con certezza, ed è proprio questo il bello del nostro mestiere. Sicuramente ci saranno i live di Marco, che inizieranno in estate, ma per il resto vedremo cosa arriverà.