foto di Antonia di Bella
Veronica Marchi è una di quelle artiste che non smettono mai di sorprendere. Cantautrice, autrice e produttrice veronese, socia Doc Servizi, classe 1982, scrive la sua prima canzone a nove anni e a undici è già in SIAE: un destino artistico coltivato tra studi classici e palchi consumati fin da giovanissima. Nel suo percorso ha collaborato con nomi come Niccolò Fabi, Patrizia Laquidara, Natalino Balasso, Serafino Rudari, Eros Cristiani e Carlo Carcano, pubblicando quattro album di inediti e un disco di cover nato da un crowdfunding di grande successo. La sua voce l’ha portata in tour in tutta Europa — Repubblica Ceca, Polonia, Belgio, Francia, Spagna — mentre dal vivo si conferma da anni una performer capace di unire eleganza, delicatezza e una rara verità artistica. Nel 2016 il grande pubblico la scopre come protagonista nell’X Factor di Manuel Agnelli. Instancabile esploratrice, nel 2020 fonda Maieutica Dischi, un’etichetta dedicata esclusivamente alla musica fatta da donne, oggi più viva che mai. Dal 2023 porta la sua versatilità strumentale nelle Cat Shades, trio veronese attivo su scena nazionale e internazionale. È appena tornata con BIANCA, il nuovo album pubblicato da Doc Music (distr. Artist First), un lavoro che segna una fase luminosa e profondamente rinnovata della sua carriera. In questo progetto Veronica esplora la vena cantautorale acustica arricchita da incursioni rock che l’hanno sempre contraddistinta, in un’operazione di sintesi perfettamente evocata dal titolo stesso. Il 7 novembre al Teatro Camploy di Verona ha celebrato vent’anni di carriera con “Vorrei tornare bambina”.
“Bianca”: un album che diviene un nuovo inizio
“La scrittura è parte di me, e questo disco rappresenta davvero un nuovo inizio. Come il colore, frutto della sintesi di tutti gli altri colori dello spettro visibile, Bianca raccoglie undici tracce e altrettante storie di fragilità, forza e introspezione: piccole luci che illuminano ciò che spesso rimane nascosto. Il titolo dell’album è nato alla fine del percorso creativo. Il disco ha attraversato mille possibilità, ma “Bianca” si è imposto da solo, con naturalezza, quasi inevitabilmente. Il nome richiama i colori e la luce: il bianco li contiene tutti, mentre il nero li racchiude nell’ombra. Questa immagine riflette il mio percorso artistico, i cambiamenti e le trasformazioni che ho attraversato. Allo stesso tempo evoca l’idea della pagina bianca, pronta ad accogliere nuove storie”.
Vorrei tornare bambina: grande successo per il concerto che ha celebrato vent’anni di carriera
“Ho vissuto questo evento come un nuovo inizio, non come una celebrazione di ciò che avevo già fatto. Mi sono sentita nuova, diversa, e quella serata ha confermato che l’arte, già potente di per sé, diventa travolgente quando condividi un’emozione così intensa. È stato un viaggio bellissimo. Quella sera al Teatro Camploy è stato un momento semplicemente indimenticabile. Abbiamo presentato il disco dal vivo e si è creato un enorme scambio d’amore tra me, i musicisti, le ospiti e il pubblico: due ore e un quarto di pura intensità. La musica ha creato una vera e propria magia: io, i musicisti, le ospiti e il pubblico immersi insieme in due ore e un quarto di note, armonie e vibrazioni che sembravano respirare all’unisono. Ogni canzone raccontava qualcosa di noi, e ogni applauso sembrava farci crescere ancora di più. Il momento più toccante è stato ritrovare persone con cui non suonavo da anni, come Andrea Faccioli, Maddalena Fasoli e Nelide Bandello. Ritrovare quella sintonia, quella complicità, è stato sorprendente e meraviglioso: un ricordo e un presente che si sono incontrati sul palco.
La musica che cresce con te: dalla vita privata alle canzoni di oggi
“Sì, sono vent’anni di dischi, ma in realtà canto da quando ero bambina. Guardando indietro, sono quasi trent’anni di musica. A volte penso di aver iniziato persino troppo presto… Se guardo agli ultimi sette anni, da quando è uscito l’ultimo album nel 2018, è successo davvero di tutto. Mi sono dedicata soprattutto al lavoro degli altri: ho passato molto tempo in studio, ho scritto come autrice, ho aperto un’etichetta. Ho fatto cose che non avevo mai fatto e questo mi ha donato una prospettiva diversa sulla mia musica. Ho continuato a scrivere, ma non ho mai pensato davvero di pubblicare un album: stavo aspettando il momento e lo spazio giusto. Quest’anno finalmente si sono creati e così è nato questo disco, su cui abbiamo lavorato per un anno, da gennaio. La mia vita è cambiata profondamente: sono cresciuta tanto, soprattutto nella sfera più intima, ed è da lì che nascono le canzoni”.
Doc Servizi: tutela, rete e collaborazione vera
“Per me, Doc significa tutela e non solo come slogan. Nel nostro mestiere non ci sono molte strutture che ti sostengono davvero, e in Doc Servizi dal 2013 ho trovato una protezione concreta, su tutta la linea, ma anche una rete: un modo di lavorare insieme che è cooperazione autentica. Ti permette di essere parte attiva ed è proprio questo il valore più grande. Non è qualcosa che si può semplicemente “consigliare”: dovrebbe essere naturale. È una rete positiva, che genera creatività e bellezza senza incastrarti, e io sono davvero felice di farne parte”.
Suonare, incontrare, crescere
“Il mio consiglio ai giovani è sempre lo stesso, qualunque epoca vivano: curate i rapporti con le persone. E fate live, il più possibile. Essere nei luoghi, incontrare il pubblico, collaborare con altri musicisti: tutto questo ti mantiene centrato e ti ricorda che il vero fine dell’arte è l’incontro. I mezzi digitali sono utili, ma non possono sostituire la presenza reale. Nulla vale quanto l’esperienza di condividere musica ed emozioni di persona”.
La tua vita in note
“La mia vita sono le canzoni. Ho già scritto per artiste indipendenti, ma il mio sogno rimane quello di sentire una grande voce cantare un mio brano.
Chissà, speriamo. Sarebbe bellissimo. Non vedo l’ora!”.
